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Oggi parleremo degli aspetti fiscali in Italia, se vuoi iniziare seriamente un lavoro online, devi sapere come muoverti nella fiscalità italiana. Cosa devi fare se vuoi vendere qualche prodotto o infoprodotto online? Quali sono le spese di una partita iva? Quali tasse devi pagare in Italia? Devi aprire la partita iva subito o no?

Vediamo di fare un pò di chiarezza.

Per vendere ad esempio degli infoprodotti on line hai fondamentalmente due vie alternative.

1) Operare come privato;

2) Operare con partita IVA.

Caso 1. Lavorare on line e operare come PRIVATO.

Se hai realizzato degli infoprodotti e intendi venderli su internet per monetizzare il tuo operato, oppure stai iniziando un lavoro online come consulente web, ma non hai la partita IVA, puoi benissimo venderli ed emettere un semplice ricevuta occasionale.

Qualora vendessi ad imprese o professionisti, questi potrebbero chiederti l’emissione di un documento fiscale che, nel caso operi senza partita IVA, è rappresentato dalla ricevuta per prestazioni di lavoro autonomo occasionale.

Si tratta di un documento dove, indicando il proprio Codice Fiscale, si dichiara di incassare un dato ammontare come corrispettivo della vendita realizzata.

A fine anno si dovranno sommare tutte le ricevute emesse, compilare la dichiarazione dei redditi e pagare le tasse dovute.

Si potrà operare con queste tipologia di ricevute finché i ricavi annui lordi incassati si mantengono sotto i 5.000 euro.

Operare come privato è la classica soluzione da adottare qualora si è agli inizi, si è realizzato qualche infoprodotto, si vuole mettere in vendita ma non sapendo se il prodotto avrà successo o meno si vuole evitare di aprire la partita IVA.

 

Caso 2. Lavorare on line e operare con PARTITA IVA.

 

partiva-iva-lavoro-onlineQualora hai già avuto modo di testare il terreno e quindi hai già venduto qualche infoprodotto e i ricavi annui di tale vendita si aggirino intorno ai 7-8.000,00 euro potresti iniziare a valutare la possibilità di aprire la partita IVA soprattutto se molti dei tuoi clienti ti richiedono la fattura e non si accontentino della semplice ricevuta occasionale.

Con l’apertura della partita IVA si apre una finestra di dialogo con l’Amministrazione Finanziaria, nel senso che, quest’ultima si aspetta degli adempimenti da questa nuova posizione fiscale.

Per esperienza professionale consigliamo a tutti di aprire una posizione iva dopo aver testato il terreno.

Nella valutazione di aprire o meno la partita IVA devi considerare due aspetti: quello fiscale e quello previdenziale.

Dal punto di vista fiscale se inizi un lavoro online, l’ordinamento italiano prevede un’agevolazione per chi non ha svolto negli ultimi 3 anni, attività di impresa o professionali, si tratta del regime dei contribuenti minimi.

Tale regime per i primi 5 anni di attività e a condizione che i ricavi annui dichiarati non superino i 30.000,00 euro non prevede il pagamento di IVA, IRAP, IRPEF e Addizionali Comunali e Regionali. Si dovrà pagare solo un’imposta sostitutiva del 5% del reddito netto annuo (ricavi – costi).

Dal punto di vista previdenziale in Italia non sono previste agevolazioni per chi inizia una nuova attività di impresa o professionale.

lavoro-online-consulenteSe si opera come consulente/professionista (ad esempio stai rivendendo servizi web come consulente)ci si deve iscrivere alla gestione separata INPS che prevede il pagamento di contributi in misura percentuale sul reddito netto annuo (ricavi – costi). Il pagamento avviene in due soluzioni I° e 2° acconto rispettivamente a giugno/luglio e novembre dell’anno successivo.

Se si opera come impresa (e quindi a differenza del consulente/professionista ci si iscrive alla Camera di Commercio di appartenenza) in luogo dei contributi INPS a percentuale sul reddito annuo netto si dovrà pagare una misura fissa di contributi pari a circa 3.500,00 annui. Questo pagamento è dovuto in ogni caso, sia che si fatturi 0,00 sia che si fatturi 15.000,00 euro annui. Superati i 15.000,00 di reddito netto annuo, sull’eccedenza si dovrà pagare un’ulteriore contributo a percentuale nella misura del 21%.

Potendo esprimere un giudizio personale, se proprio dovessi aprire la partita iva, secondo l’attuale ordinamento normativo, opterei inizialmente per un codice attività come professionista anziché impresa. In questo modo eviterei di pagare i contributi INPS fissi.

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Successivamente se il volume d’affari aumenta e diventa significativo (intorno ai 13.000,00 euro annui) si potrebbe optare per il passaggio da professionista ad impresa e, in caso ci si trovi nella posizione di lavoratore dipendente a tempo pieno, ottenere l’esenzione INPS.

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Bene abbiamo concluso, spero di aver risposto a tutti quei dubbi su chi sta iniziano un lavoro online e vorrebbe sapere come muoversi tra la jungla di leggi italiane in merito al fisco. Per maggiori informazioni contattatemi vi farò parlare con il mio commercialista.